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Perché ho una scapola in fuori? 


La scoliosi provoca una flessione e una rotazione della colonna vertebrale, trascinando con sé altre parti del tronco; tuttavia, ciò passa inosservato fino alla prima radiografia e alla conseguente diagnosi di scoliosi. Allora, improvvisamente, l’attenzione del paziente e della sua famiglia viene focalizzata verso l’impatto estetico di questa patologia: un fianco più evidente, una spalla più alta, una scapola più sporgente… Perché allora nessuno aveva mai notato prima quella scapola così in fuori, che ora invece appare tanto evidente?

Le scapole sono due ossa piatte che si articolano con l’omero e con la clavicola, formando il cosiddetto “cingolo scapolo-omerale”, e si appoggiano sulle costole. Nella quotidianità le scapole sono quasi sempre asimmetriche, perché si muovono e cambiano posizione accompagnando i movimenti delle braccia e delle spalle. 

Come si valuta allora la posizione delle scapole? 

Il paziente deve restare immobile in piedi, con le braccia lungo i fianchi, i piedi allineati, lo sguardo avanti. L’osservatore deve mettersi esattamente dietro di lui e osservarlo per alcuni secondi. 

Capita mai una situazione simile nella quotidianità? Siamo spesso in movimento, se ci fermiamo non assumiamo posizioni simmetriche: quando mai nella nostra vita quotidiana qualcuno potrà capire se le nostre scapole sono simmetriche o asimmetriche?

Il medico che visita un paziente con scoliosi può valutare questa asimmetria tramite una scala chiamata TRACE, con il quale viene assegnato un punteggio. 

In attesa delle nuove radiografie, questa misura, associata a diverse altre, permette di tenere sotto controllo le modificazioni dalla scoliosi, guidando la terapia nel tempo che intercorre tra una radiografia e la successiva.

Uno studio in particolare si è occupato dell’asimmetria delle scapole presente in chi ha la scoliosi. La scapola è stata studiata in varie posizioni, durante il normale movimento della cinematica delle spalle, e ci si è resi conto del diverso comportamento della scapola tra il lato dove era presente la curva e il lato opposto.

Se consideriamo che spesso anche gli atleti che praticano sport asimmetrici, avendo una muscolatura più sviluppata da un lato, possono presentare asimmetrie della posizione delle scapole, possiamo capire perché tante volte si crea una discrepanza tra la percezione del paziente, che attribuisce una grande importanza a questo “danno estetico”, e quella del medico, che si preoccupa di frenare l’evoluzione della patologia e di ridurre altre alterazioni estetiche che ritiene più visibili.

In conclusione l’aspetto estetico non coincide necessariamente con quello che il paziente percepisce. Per questo lo specialista esperto ed attento sarà in grado di esprimere una sua valutazione sull’estetica, ma soprattutto di guidare il paziente a capire e valutare il proprio aspetto come dovrebbe essere fatto, al di là delle proprie personali percezioni. 



Sorgente notizia: https://www.scoliosi.org/ Vai al post originale