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Perché le scapole alate non sono un problema?


Durante l’estate capita talvolta di guardare la schiena dei proprio figli e di notare delle asimmetrie o delle sporgenze, che non avevamo mai notato prima.

Ad esempio le scapole, le due ossa triangolari poste lateralmente alla colonna vertebrale, che collegano il tronco agli arti superiori, potrebbero risultare staccate medialmente dal torace, apparendo quindi sollevate e maggiormente visibili. Questo difetto, comunemente chiamato “scapole alate”, generalmente si presenta bilateralmente e colpisce prevalentemente ragazzi in età 12-14 anni. Le scapole sembrano scivolate lateralmente e le braccia arrotolate in avanti; il dorso può apparire maggiormente appiattito, proprio perché le scapole sono staccate dal torace.

Tendenzialmente non sono un problema di cui allarmarsi. Sovente è dovuto ad una debolezza dei muscoli che stabilizzano la scapola durante il movimento delle braccia (per lo più il gran dentato) e difficilmente portano a sintomi. Se il ragazzo dovesse lamentare dolore, varrebbe la pena far fare una valutazione ad uno specialista e impostare degli esercizi con un fisioterapista per rinforzare la muscolatura carente. L’obiettivo è di rendere consapevole il ragazzo della posizione più fisiologica e corretta delle scapole: con il tempo si dovrebbe vedere una maggiore simmetria delle scapole e un migliore assetto sagittale (cioè la vista laterale) del tronco, solo legata al riposizionamento corretto delle spalle.

Se invece si dovesse vedere che è una scapola che risulta più alta della controlaterale, oppure più spostata lateralmente, magari anche associata ad una sporgenza posteriore del torace (come se fosse un rigonfiamento) o delle costole, ci potrebbe essere una deviazione della colonna.

Un ottimo test da fare per escludere la presenza di una curva scoliotica è di far flettere anteriormente il ragazzo mantenendo le ginocchia distese, fino a quando il tratto  dorsale è nel punto più alto di flessione: a quel punto va valutata l’eventuale presenza di un gibbo, ovvero una prominenza del tronco lateralmente alla colonna vertebrale, che fa sì che un lato rimanga più alto dell’altro.

In caso di scoliosi vi è una deviazione nei tre piani dello spazio della colonna vertebrale, che tende a progredire con la crescita residua: una situazione ben più complessa quindi, che deve essere valutata e tenuta sotto stretta osservazione da un team specializzato in questo campo.

Infine anche l’accentuazione della cifosi dorsale può portare a uno “spostamento” laterale bilaterale delle scapole con conseguente anteposizione delle spalle: anche in tal caso la correzione andrà tramite esercizi specifici basati sull’autocorrezione e impostati da un fisioterapista esperto in patologie della colonna vertebrale. Se il problema è un’ipercifosi dorsale, anche se il ragazzo porta indietro le spalle, facilmente cambierà poco o nulla nella clinica; bisognerà invece andare ad agire per ridurre la rigidità, migliorare la forza  e il tono muscolare e la percezione corporea, andando a correggere l’ipercifosi. Migliorando la capacità di autocorrezione del ragazzo, vedremo un conseguente riposizionamento corretto delle scapole.

Le “scapole alate” di per sé non sono un problema reale, ma eventuali alterazioni delle simmetrie o dell’estetica dei profili scapolari possono nascondere patologie più serie legate alla colonna vertebrale.



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