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Scoliosi: perché scegliere un trattamento conservativo?


Ho la scoliosi: cosa devo fare? Devo per forza seguire una terapia o non serve a nulla? Mi devo operare? Queste le domande che ci sentiamo fare dai pazienti a cui è stata diagnosticata una scoliosi.

Gli approcci terapeutici alla scoliosi si dividono in due: il trattamento chirurgico, riservato ad un numero limitato di casi, e il trattamento conservativo – che noi preferiamo chiamare riabilitativo. In quest’ultimo gruppo le scelte terapeutiche sono diverse e basate sulla gravità della scoliosi.

Si parte dalla semplice osservazione clinica per scoliosi molto lievi, passando alla terapia con esercizi specifici basati sull’autocorrezione in caso di scoliosi lievi e, infine, si arriva ai corsetti per scoliosi di media entità, distinguendo tra corsetti elastici, rigidi e super-rigidi. La scelta del tipo di corsetto e delle ore di indossamento (dosaggio), si basa sempre su due parametri essenziali: l’entità delle curve attuale ed il rischio di peggioramento.

Purtroppo la chirurgia, per quanto le tecniche siano molto migliorate negli anni, comporta la fusione vertebrale, quindi la perdita completa della funzione di mobilità della colonna, che viene trasformata in un unico osso. Inoltre, è l’intervento più pesante in ortopedia a parte i gravi poli-traumi, inclusi tutti i rischi che conseguono al fatto che la colonna protegge il midollo spinale, che contiene tutti i collegamenti tra il cervello e gli arti inferiori. Il trattamento riabilitativo, quindi, deve essere la prima scelta terapeutica in caso di scoliosi. Lo deve essere anche per quelle curve definite chirurgiche, cioè superiori ai 45°/50°, per le quali non è mai stato fatto un tentativo di correzione con una terapia basata su corsetto a tempo pieno ed esercizi specifici. Solo in caso di fallimento del trattamento conservativo allora ci si appellerà al trattamento chirurgico.

Quali obiettivi vogliamo ottenere attraverso il trattamento riabilitativo?

In primo luogo una schiena che, oltre ad avere una buona funzionalità, sia anche bella da guardare. Sì, perché la qualità di vita è fortemente correlata alla percezione positiva del proprio aspetto fisico. Il corsetto, quindi, deve essere costruito in modo tale da ridurre la deformità esteriore del tronco, oltre a contenere i gradi della curva. A tal proposito è importante sottolineare come in età puberale, periodo di maggiore rischio di peggioramento della scoliosi, sia fondamentale arrestare questa evoluzione. Anche la riduzione dei gradi Cobb è nei nostri obiettivi, ma considerando che una scoliosi in età puberale peggiora sempre, il fatto di riuscire a bloccarne l’evoluzione è già un successo.

Attraverso il trattamento riabilitativo, poi, cerchiamo di prevenire la comparsa di dolore alla schiena in età adulta, curando non solo le curve scoliotiche sul piano frontale, ma cercando di conservare il più possibile le curve fisiologiche presenti sul piano sagittale. Diversi studi, infatti, hanno dimostrato che il mal di schiena in età adulta in pazienti con scoliosi è altamente correlato all’alterazione del piano sagittale più che all’ampiezza delle curve. E purtroppo la scoliosi che supera certi livelli negli anni tende a peggiorare progressivamente ed a causare una progressiva caduta in avanti del tronco per motivi puramente meccanici.

Infine, il trattamento riabilitativo ha lo scopo di prevenire problemi a carico dell’apparato respiratorio, disfunzioni che possono presentarsi in caso di gravi curve a livello toracico.

Tutti questi obiettivi sono stati ampiamente discussi da un gruppo di esperti internazionali durante la stesura delle Linee Guida SOSORT (Società Scientifica internazionale sul Trattamento Ortopedico e Riabilitativo della Scoliosi) che li hanno posti come prioritari nel percorso terapeutico.



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